Tutto era iniziato all’insegna del maltempo: freddo e pioggia a dirotto, ma poi
tramontana. E alla fine ha avuto la meglio quest’ultima, liberando il cielo dalle
nubi e dando la possibilità a tutti di mettere l’occhio nell’oculare del
nuovo telescopio
di 60 cm di diametro, inaugurato venerdì scorso (19 settembre), nel cuore
della Riserva Naturale del Monte Rufeno di Acquapendente (VT).
L’appuntamento, inizialmente alle ore 16:30 presso il cinema Olympia di Acquapendente
(VT), è coinciso con l’anniversario dei 25 anni dell’istituzione della
Riserva Naturale
del Monte Rufeno. Quindi, la prima parte dei lavori è stata dedicata ad
elencare le principali iniziative realizzate dalla Riserva nei suoi primi 25 anni
di attività, dove hanno preso la parola, oltre al
Direttore Dott. Bedini,
anche il
Sindaco di Acquapendente Alberto Bambini e il
Dirigente dell’Agenzia
Regionale dei Parchi del Lazio, ricordando i motivi e i modi che 25 anni
hanno determinato la fondazione della Riserva Naturale. Particolarmente toccante
è stata la relazione di un rappresentante dei “guardiaparco”, che ha illustrato
i principi e i valori condivisi da tutti i collaboratori della Riserva per la salvaguardia
del territorio e per un suo sfruttamento sostenibile, a garanzia di tutte le biodiversità.
Al termine di questa prima parte, il Direttore Bedini ha quindi lasciato la parola
al
Dott. Pedichini dell’
Osservatorio Astronomico di Roma (INAF) che
ha progettato, sia per la parte ottica che quella meccanica, l’intero telescopio,
realizzato poi fattivamente dalla ditta
“G & A Engineering” di Oricola (AQ).
Nella sua presentazione Pedichini ha sottolineato l’originalità dello strumento,
per quanto riguarda i materiali usati (fibra di carbonio e resine epossidiche che
lo rendono leggerissimo… solo 250 kg), l’esclusiva gestione wi-fi (nessuna azione
meccanica esterna è possibile se non attraverso il pc che lo gestisce a distanza),
e la meccanica di precisione che lo rendono facilissimo da usare anche per un bambino,
con il solo click di un mouse.
È proprio questa, infatti, l’idea che sta dietro a tutto il progetto di questo innovativo
telescopio: essere contemporaneamente uno strumento di ricerca (coi suoi 60 cm di
diametro che lo rendono in grandezza tra i primo 10 telescopi in Italia) ma anche
un importante strumento di didattica, a cui tutti possono facilmente accedere, soprattutto
per quanto riguarda la visione diretta dall’oculare, sempre a 1,10 metri dal solaio
del piano del telescopio, grazie alla particolare configurazione ottica Newton con
fuoco Nasmith. Infine il telescopio, per evitare vibrazioni a causa del piano di
calpestio del solaio al primo piano, è sistemato su un solaio rialzato in ferro
che poggia su due travi ancorate ai muri portanti dell’edificio: questa soluzione,
individuata dall’Arch. Andrea Vagni, ha evitato di costruire un pilone di cemento
armato su cui poggiasse il telescopio che dal piano terra, sventrando il solaio
superiore, sarebbe arrivato all’altezza del tetto dove è sistemato il telescopio
nella sua cupola da 3,15 metri di diametro.
Successivamente ha preso la parola l’
Arch. Andrea Vagni, Presidente dell’Ass.ne
Scientifica Astronomica “Nuova Pegasus”, il quale, illustrando i motivi di fascino
verso l’astronomia, ha ricordato che all’interno del casale è presente anche un
planetario digitale, del diametro di 3,60 metri, in grado di simulare la volta celeste
riproducendo i suoi movimenti e fenomeni, che rende fruibile la struttura anche
in caso di maltempo. Quindi, una grande aula didattica, completa di computer e sistemi
audiovisivi è in grado, all’occorrenza, di trasformarsi in sala conferenza per circa
50 posti. All’esterno, invece, un’ulteriore cupola del diametro di 3 metri ospita
altri due strumenti: un telescopio solare, equipaggiato con filtri H-alfa, ed un
telescopio secondario Schmidt-Cassegrain di 25 cm di diametro. Una serie di pannelli
solari di ultima generazione rende l’osservatorio autonomo dal punto di vista energetico
ed ecologicamente compatibile con l’ambiente circostante. Le strutture ricettive
della riserva, sia all’interno dell’osservatorio che nei casali limitrofi, sono
in grado di ospitare oltre 50 persone.
A conclusione della serata ha preso la parola infine la
Dott.ssa Rosa Poggiani del
Dip. di Fisica dell’Università di Pisa (associata INFN) che ha ricordato
l’importanza dei piccoli telescopi nella ricerca scientifica: fotometria di stelle
variabili, occultazioni, ricerca di asteroidi sono i principali settori di ricerca
per i quali un telescopio del genere può essere utilizzato.
Alle ore 19:30 un bus navetta ha trasportato circa 40 intervenuti all’Osservatorio
per una dimostrazione e osservazione astronomica, dopo un ricco buffet offerto dalla
Riserva Naturale. Quindi i partecipanti hanno potuto mettere direttamente l’occhio
all’oculare del telescopio principale, osservando Giove e le sue bande, hanno avuto
un assaggio delle potenzialità del planetario, ma soprattutto hanno potuto godere
direttamente ad occhio nudo del cielo privo di inquinamento luminoso che si osserva
dal Monte Rufeno, insieme a tutte le sue costellazioni e oggetti del profondo cielo
indicati con uno speciale raggio laser usato dal Vicepresidente dell’Ass.ne “Nuova
Pegasus”,
Prof. Tommaso Ponziani.
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